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"...Se ti chiedessi sull'arte probabilmente mi citeresti tutti i libri di arte mai scritti... Michelangelo. Sai tante cose su di lui: le sue opere, le aspirazioni politiche, lui e il papa, le sue tendenze sessuali, tutto quanto vero? Ma scommetto che non sai dirmi che odore c'è nella Cappella Sistina... "

sabato 18 dicembre 2010

Se Saviano viene anche a Sanremo



Immagino che in ambienti prossimi alla Lega Nord e non solo, non si sia ancora placato il rumore generato dalle affermazioni dello scrittore Roberto Saviano, nel suo programma "Vieni via con me": da una parte immagino la base elettorale, il popolo, i "padani", ancora sconvolti dalle scempiaggini proferite da un giornalista terùn, ma con il sospetto di poter essere stati defraudati di un'onestà politico-istituzionale, bandiera e vanto del Carroccio; dall'altra le alte sfere del partito, terrorizzati magari, perchè qualcuno ha detto a chiare lettere e a tutta la nazione, quello che prima era solo una voce di corridoio: i seguaci di Alberto da Giussano, se la intendono con la criminalità organizzata che dal sud si è ormai stabilmente insediata anche al nord.

Non si tratta solo di Lombardia: nell'estremo ponente ligure, in una terra dimenticata da tutti, tranne dall' auditel durante il festival della "canzone" (proprio ad essere gentili), le cose non vanno affatto diversamente. I cittadini se ne sono accorti, testate nazionali come il "Fatto Quotidiano" se ne sono accorti; se ne sono accorti loro malgrado, anche i governanti locali e la "stampa (qua ad essere gentilissimi) locale". Ma nessuno vuole realmente rendersene conto.

I primi, con in testa il grande (è il caso di dirlo) Maurizio Zoccarato, sindaco di Sanremo, pronti a negare ogni evidenza, insiste dati il sole e il turismo, non ci può essere criminalità organizzata.
A questo proposito, mi torna alla memoria un episodio indicativo: durante una fiaccolata estiva contro la mafia in liguria ebbe il coraggio di dire che a Sanremo (dove si svolgeva l'evento), non vi era motivo di preoccuparsi, anzi, che la mafia era problema di genova e non nostro. Non solo, puntò anche il dito contro la classe dirigente genovese (meno male che Mauri c'è). A seguito di accuse e contestazioni invitò i suoi compagni di partito (partecipava anche infatti il partito dell'amore) a lasciare il corteo come protesta contro coloro che volevano infangare il buon nome della provincia di Imperia, nel bel mezzo della stagione turistica. Risultato: il nostro Don Rodrigo se ne andò seguito da una manciata di bravi, lasciando nel più totale imbarazzo perfino la crema del pdl genovese, accorsa per l'occasione. Una figuraccia.


La stampa locale invece è sempre stata pronta a chinarsi ai gruppi di potere locali, coprendo ogni misfatto scomodo, o comunque sminuendo la verità dei fatti, diventando una vera e propria macchina da propaganda; è di ieri la locandina che riportava "RIVOGLIAMO CLAUDIO SCAJOLA MINISTRO". Non ci sono altri commenti.

Se ne sono accorti tutti ormai, soprattutto dopo l'omicidio stile gangster avvenuto qualche giorno fa sempre a Sanremo.


Tutto tace.

Non si è accertato nulla, potrebbe poi rivelarsi un omicidio a sfondo sentimentale, o un personale regolamento di conti. Ancora non si sa. I dubbi aumentano. Il sospetto dilaga.

Ma un dato è certo: la realtà sociale e culturale dell'estremo ponente ligure ormai, a seguito delle massicce migrazioni dalla calabria negli anni passati, non ha più nulla da invidiare a quello che per noi è nel nostro immaginario, il sud Italia delle cosche, della fatiscenza, dell'omertà.

La classe politica ormai è amica con la criminalità: appalti, edilizia, porti turistici che sorgono anche nelle più piccole cittadine costiere. Senza escludere alcuno (la tremenda cementificazione avvenuta dal dopoguerra ad oggi su tutta la costa ligure ha nomi e cognomi, e sono nomi e cognomi colorati di rosso, di nero, di verde, di azzurro e di bianco. Tutti inseme appassionatamente).

I numerosi incendi che hanno colpito locali e ristoranti su tutta la costa, con un escalation scandalosa nella primavera-estate 2010, tra Ventimiglia e Imperia. Minacce a colpi di lupara similcorleonesi. Le accuse di infiltrazioni della 'ndrangheta all'interno della giunta pdl del comune di Bordighera ed il suo conseguente scioglimento. Due consiglieri comunali dell'opposizione, sempre a Bordighera, che han dovuto ricorrere alla scorta a seguito di minacce, sono solo la punta dell'iceberg di una piovra che tiene tra i suoi tentacoli tutto il territorio.





I politici cercano di chiudere gli occhi ai cittadini, ben contenti di chiuderli perchè da queste parti funziona così.

Saviano, vieni via con me, a Sanremo.



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