yourconfusion

"...Se ti chiedessi sull'arte probabilmente mi citeresti tutti i libri di arte mai scritti... Michelangelo. Sai tante cose su di lui: le sue opere, le aspirazioni politiche, lui e il papa, le sue tendenze sessuali, tutto quanto vero? Ma scommetto che non sai dirmi che odore c'è nella Cappella Sistina... "

mercoledì 15 dicembre 2010

Olocausto



"Io volo come il vento,
Sono Ceza, la sintesi etnica
La cattiva tecnica è mortale.
Guardami e matura un po '.
La mia cosa è rap, provalo e unisciti a me.
Ma prima guarda l'olocausto."


Non credevo di potermi mai avvicinare alla musica rap fino a quando, una sera d'estate, ascoltai distrattamente un artista turco mentre sciorinava centinaia di parole a una velocità impressionante. Non conoscendo il turco, non capì un accidente;ma qualcosa si sedimentò in me. Passarono settimane prima che io iniziassi ad apprezzare quello che fino a poco tempo prima ritenevo essere troppo lontano dai miei gusti (e che, escludendo qualche altro caso isolato, lo è ancora).
Scoprii che quell'artista aveva nome e cognome e un grande successo nel suo paese: Bilgin Ozçalkan, in arte Ceza.

Come canta in una delle sue canzoni, Ceza riconosce di essere la sintesi etnica. Niente di più vero: la sua musica prende spunto si dal rap occidentale, ma viene arricchito da suoni e atmosfere spesso richiamano la tradizione orientale.

Riesce a amalgamare due mondi che politicamente stentano a riconoscersi: un ulteriore esempio di come la musica e l’arte possano avvicinare i popoli molto più di quanto vogliano farci credere i governanti e le istituzioni.

I testi di Ceza, a differenza dell’esempio americano, si discostano dalla tematica “gangsta” etamarra, ma preferiscono trattare vicende personali, sociali e culturali. Sono ansiosi di raccontare che sul Bosforo (e non solo) vi è una realtà in pieno movimento che non dimentica però le proprie radici. In Turchia si è ritornati a una sorta di hip hop duro e puro in grado di raccontare, denunciare e ragionare, intravisto solo agli albori del genere grazie ai pezzi dei Public Enemy, ormai perso nella commercializzazione e nel nichilismo.

I testi suonano incomprensibili (in pochi conoscono il turco e anche rintracciare le traduzioni in inglese è impresa ardua), ma può bastare anche solo un ascolto superficiale , affascinati da un linguaggio che suona armonioso come non ci si aspetta, e da suoni autentici.

Ripeto. Non sono appassionato del genere, ma per scoprire qualcosa di nuovo e che ci appare erroneamente lontano, può valerne la pena.

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