E' indubbio che la musica, quella vera, sia un'arte sublime e celestiale.
Perchè quello che una sola canzone di quattro minuti e spiccioli riesce a trasmettere, riesce impossibile per tutte le parole che possono venire in mente.
Il riferimento è ad "Atmosphere", una delle ultime poesie in musica composta da Ian Curtis nel 1980.
Questa magnifica canzone, dalle atmosfere (appunto) eteree, rarefatte e celestiali, può essere considerata la summa della vita e del disagio di quel ragazzo di Manchester, che di li a poco si sarebbe tolto la vita, cedendo all'incapacità di riuscire ad affrontare se stesso.
Perchè è proprio questo che, come in un triste monologo, Ian Curtis cerca di comunicare.
La pacatezza con cui Ian si rivolge al suo animo sa molto di rassegnazione e di distacco, distacco con cui la sua attenzione si rivolge a chi, diversamente da lui, non sente questo malessere:
"People like you find it easy,
Naked to see,
Walking on air."
Pare un' arrendevole ammissione di colpa, un ultimo tentativo di svuotarsi dalle sue sensazioni, di cercare un interlocutore con cui condividere i suoi tormenti.
Cosa che gli riusciva con la musica, ma che gli è sempre stato impossibile nella vita.
Ma lui stesso lo ammette, lui stesso ammette e canta questo suo isolamento:
"Walk in silence,
Don’t walk away, in silence.
See the danger,
Always danger,
Endless talking,
Life rebuilding,
Don’t walk away."
Molti hanno cercato, a mio avviso riduttivamente, di spiegare questo suo testo, con ampi riferimenti alla sua incapacità di reggere il matrimonio e alla sua difficoltà nel gestire e comprendere i propri sentimenti.
Ritengo questo tentativo di spiegazione un insulto, perchè il messaggio è molto più ampio e importante.
E' un messaggio di dolore e di disperazione, un'ammissione di resa, di un ragazzo incredibilmente sensibile che ha fallito, senza trovare spiegazioni.
"Walk in silence,
Don’t turn away, in silence.
Your confusion,
My illusion,
Worn like a mask of self-hate,
Confronts and then dies.
Don’t walk away."
Le illusioni, la confusione, ma anche la fermezza di non volersi guardare mai indietro perchè sarebbe inutile, e per questo continua a camminare nel silenzio, con rimorso, fino a esprimere un senso di colpa che giunge all'odio di sè (worn like a mask of self hate). Ma tutto ciò non può cambiare la realtà. La consapevolezza che ormai è troppo tardi rimane.
Non resta che non guardarsi più indietro e morire.
Non resta che Confronts and then dies. Don’t walk away.
Nessun commento:
Posta un commento